LE RISSE POLITICHE SONO LE UNICHE COSE DAVVERO BIPARTISAN NEL NOSTRO PAESE

martedì 29 maggio 2007

Quanto è lontana la Francia, la Spagna, l'Inghilterra! Quanto è lontana l'Europa!
rispetto a questa Italia dove congenitamente nel non-dibattito politico non si riesce a parlare di contenuti, di temi e progetti politici. Sacrificandoli alle urla, alle risse, alla difesa di una fazione e del potere comunque sia.


Non ci occuperemo ora, e il lettore ci scuserà, delle elezioni amministrative appena conclusesi. Chè ci sembra prematura, nel momento in cui scriviamo, qualsiasi analisi definitiva o provvisoria che sia. E tantomeno ci uniremo al circo delle dichiarazioni di politici e politicanti, tanto prevedibili quanto francamente nauseanti nella loro scontatezza e inutilità.

Ci interessa invece riprendere una dichiarazione che, ce lo consentirete, chiameremo col suo nome: “allarmismo provinciale e paesano”.

La dichiarazione è di tre giorni fa: «Viviamo in uno dei momenti più foschi della vita del nostro Paese, in cui pare non esservi più alcun rispetto delle regole fondamentali della democrazia». Lo afferma in una nota il coordinatore nazionale di Forza Italia, Sandro Bondi, che accusa il premier di aver violato la regola del silenzio pre-voto e chiede al capo dello Stato, Giorgio Napolitano, un «intervento di garanzia».

«Quando il capo del governo - sottolinea il dirigente azzurro - infrange in modo consapevole e premeditato il silenzio pre-elettorale e quando il servizio pubblico televisivo riduce al silenzio la doverosa protesta dell'opposizione, vuol dire che non vi è più in questo Paese alcuna tutela dei diritti democratici, se non, in ultimo, nel ruolo di suprema garanzia dei vertici delle istituzioni e del capo dello Stato»

Bondi si riferisce alle parole pronunciate da Romano Prodi a poche ore dal voto, Sabato 26 maggio, in occasione del suo intervento alla Conferenza nazionale della famiglia, a Firenze. Prodi aveva detto che «i due terzi dell'extragettito saranno destinati, prima della Finanziaria, alla spesa a favore di pensionati e famiglie numerose».

Per quel che conta la nostra opinione, viene da dire che il Premier non ha fatto altro che ribadire un'affermazione già fatta pochi giorni prima in occasione della conferenza stampa sull'ultimo anno di governo. Ma evitare polemiche inutili e strumentali non sembra uno sport molto praticato nel nostro paese.

Tuttavia, francamente, ci saremmo meravigliati se il premier, alla conferenza sulla famiglia, anziché delineare un progetto politico ed economico che riguarda proprio la famiglia, avesse parlato, che so, del suicidio del Ministro dell'agricoltura in Giappone?

E' sintomatico, in proposito, riesumare un articolo di Repubblica del 12 giugno 2004.

Alle 18 di quel giorno, nel seggio in cui votava, Silvio Berlusconi si era prodotto in un vero e proprio comizio elettorale. E sulle polemiche scaturite ebbe a dire “ho letto i
giornali italiani e le polemiche e, lasciatemelo dire, si è toccato il massimo della cialtroneria
".

Ecco l'articolo di Repubblica del 12 giugno 2004:

MILANO - Un mini-comizio, al seggio, a campagna elettorale rigorosamente chiusa. Silvio Berlusconi rompe il silenzio imposto dalla legge (numero 212 del 4/4/1956) e davanti alla scuola Dante Alighieri di Milano, dov'è il suo seggio, parla diffusamente davanti ai cittadini sia all'ingresso sia dopo aver votato. E' accaduto intorno alle 18, quando il presidente del Consiglio si è soffermato a rispondere ai giornalisti che lo aspettavano, ed ha dispensato indicazioni di voto. "Non votate per i partiti piccoli o piccolissimi", "supereremo il 25 per cento", "la sinistra è impossibilitata a governare": queste alcune delle affermazioni del premier.
"So perfettamente per chi votare - ha detto il presidente del Consiglio al suo ingresso nella scuola -, voto per un partito liberale ed anticomunista". Berlusconi si è definito "un inguaribile ottimista", ha affermato con certezza che "Forza Italia supererà il 25 per cento" e che la sconfitta "è praticamente impossibile". Ma con una raccomandazione: "Non votate per i partiti piccoli o piccolissimi - ha aggiunto -, che possono portare a Bruxelles pochi deputati".
Il presidente del Consiglio ha fatto anche qualche accenno alla vicenda della liberazione degli ostaggi, "tornato da New York - ha detto - ho letto i giornali italiani e le polemiche e, lasciatemelo dire, si è toccato il massimo della cialtroneria".
Poi, è tornato a parlare della consultazione elettorale. "La sinistra - ha detto - si è dichiarata palesemente impossibilitata a governare. Perché metà della sinistra è sedicente riformista, l'altra metà assolutamente oltranzista, radicale, anticapitalista, antioccidentale, anti-Europa. Con una sinistra così - ha aggiunto il premier - l'Italia non può andare da nessuna parte".
"Domani sera - ha detto il premier - resterò a casa, non seguirò i risultati, anzi andrò a dormire, perché ne ho bisogno. Vedrò i risultati la mattina successiva - ha concluso -, non mi consegnerò alle chiacchiere televisive e radiofoniche dei mestieranti della politica".

1 commenti:

Antonio Candeliere ha detto...
9 giugno 2007 alle ore 18:02

Condivido pienamente la tua critica a questi uomini e a questo parlamento!