Una campagna elettorale tra bande, un risultato all’italiana

martedì 30 marzo 2010

gregge Domenica e lunedì scorsi 41 milioni di italiani hanno votato per le elezioni amministrative regionali e comunali, per 13 regioni e 460 comuni. E sarebbe stata una bella festa, se non fosse che viviamo in un Paese senza memoria, senza dignità civica e dalla congenita pigrizia democratica (che rasenta l’ignavia).

Son stufo. Sfiancato, stomacato.

Abbiamo subìto una campagna elettorale tra bande. Si sono contesi con le unghie e i coltelli quello spazio di potere infingardo e prevaricatore che assegna loro un posto privilegiato al di là del vetro. E noi di qua, reali solo nelle statistiche, tessere del puzzle della massa, una voce sola ma senza suono, senza individualità, bisogni, necessità, responsabilità, diritti e doveri. Siamo lo scenario, un arazzo sulla parete, la vasca da cui attingere e nella quale da domani si continuerà a riversare i rifiuti della partitocrazia e dell’assenza dello stato di diritto.

Ma in fondo, siamo sempre stati così noi italiani. Nulla di nuovo sotto il sole.

Siamo, in questa povera Italia, un residuo dell’europa barocca del XVII secolo.

E, pare, ci va tanto bene così.

.

0 commenti: