IL “SACERDOZIO UNIVERSALE”

mercoledì 25 novembre 2009

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L’altro scritto “occasionale” di Lutero è Alla Nobiltà Cristiana della Nazione Tedesca, dell’agosto 1520. Con questo “Appello” Lutero intese, da un lato, abbattere le “tre muraglie di carta e di paglia” che la Chiesa di Roma aveva eretto tra sé i fedeli al fine di costruire e consolidare il proprio potere, ed impedirne ogni riforma, e dall’altro, conseguente, chiamare a raccolta le coscienze cristiane (rappresentate principalmente dalle istituzioni nobili e laiche) per promuovere e realizzare quella Riforma della Chiesa che diversamente non si riusciva ad ottenere, a causa delle “tre muraglie”, appunto.

La prima di queste muraglie di paglia e carta è il sacerdozio esclusivo del clero, la distinzione di natura tra chierici e laici, tra chi detiene il sacerdozio e chi ne è subordinato, tra la gerarchia dei “ministri” e i cristiani non “ordinati”. Una Chiesa divisa in due, insomma, come se ci fossero due specie di cristiani, due popoli anziché uno, con un “corpo di Cristo” (la Chiesa) diviso in due.

Lutero segnala il carattere abusivo e illegittimo di questa divisione, priva di fondanento scritturale, tra quelli che detengono il potere di predicare, insegnare, assolvere, governare, amministrare i sacramenti e i beni della Chiesa (il clero), e chi ne è subordinato (i laici).

Nella nota 27, p. 59, dello stupendo volume curato da Paolo Ricca, Alla Nobiltà Cristiana della Nazione Tedesca, (Lutero, Opere Scelte – Claudiana, 2008), Ricca scrive: “Non ci sono due categorie di cristiani, ma una sola. Con questa affermazione Lutero ribaltava una visione teologica più che millenaria e scardinava alla base l’intero edificio ecclesiastico medievale con la sua impalcatura gerarchica, alla quale Lutero toglieva ogni fondamento teologico. Implicitamente nasceva una nuova visione e una nuova forma (appunto una ri-forma) di Chiesa, costituita da un’unica categoria di cristiani, quella creata dal battesimo, che è per tutti una vera ordinazione sacerdotale [il Sacerdozio Universale ndr]. […]La dottrina del Sacerdozio Universale dei credenti era già stata evocata in una lettera di Lutero a Spalatino: <Inoltre mi incalza l’apostolo Pietro dicendo […] che siamo tutti sacerdoti, e la stessa cosa dice Giovanni nell’Apocalisse; cosicché questo genere di sacerdozio, che è il nostro, non sembra differire affatto dai laici, se non per il ministero, con il quale si amministrano i sacramenti e la Parola. Tutto il resto è uguale.>

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