LA “PRIMA RIFORMA” – Jan Hus (1371-1415) e il Movimento Boemo

mercoledì 11 agosto 2010

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Chi conosce Carlo Papini, già Direttore della casa editrice Claudiana e storico attento, apprezzerà come anche nella sua straordinaria introduzione al bellissimo libro di Amedeo Molnar “Jan Hus, Testimone della Verità” (1973-2004), sia presente la sua opera di “biologo molecolare della ricostruzione storico-bibliografica” (la definizione è di chi scrive). Per quanto la bibliografia internazionale su Hus e l’Hussitismo sia ormai ampia, sembra tuttavia che il filo rosso sia costituito dal fondamentale lavoro di Molnar, che rende giustizia con originalità e scientificità storica all’importanza di Jan Hus nel contesto della Storia della Riforma. Molnar assegna a Hus il rilevante ruolo che gli spetta e definisce i criteri secondo i quali, nella giusta prospettiva, per il pensiero e l’azione di Hus, e del movimento boemo, si può parlare di “Prima Riforma”.

Mi si consenta, almeno per questo articolo, di utilizzare esclusivamente citazioni, che faccio mie, dal testo di Molnar: <<Di solito sia Hus che la rivoluzione Hussita e le sue conseguenze […] sono ricondotti sotto il titolo di “Preriforma”. Questo errore di prospettiva trae origine dalla metodologia dei vari studi storici, che a sua volta influenza le varie definizioni proposte di Riforma. E’ comprensibile che lo storico rivolga la sua attenzione più all’originalità del pensiero che alla funzione sociale della personalità ch’egli esamina […] Con questi criteri [però] Hus fu oggetto per lungo tempo di studi comparativi di carattere filosofi-teologico in cui la sua originalità scompariva accanto al pensiero di Wyclif […] Per questo motivo Hus fu sempre relegato in secondo piano rispetto ai riformatori cinquecenteschi […] La tesi che considera invece la rivoluzione hussita come un vertice della fase iniziale della gestazione da cui nacque il capitalismo e che vede il culmine della seconda fase della Riforma e nelle guerre dei contadini del XVI secolo, stabilisce fra la dottrina hussita e la Riforma classica […] una analogia logica resa possibile dallo sviluppo della situazione politico sociale. Il pensiero del movimento hussita appare così una prima fase della Riforma, indipendentemente dal fatto che i teologi della seconda fase ne fossero o meno consapevoli. […] Non è necessario pensare che Hus debba avere inventato l’idea di Riforma perché di fatto essa esisteva già nel pensiero di molti fin dal tempo [della crisi della chiesa derivante dal Grande Scisma ndr]. […] Per Prima Riforma intendiamo quell’ampia corrente di tentativi innovatori che dal XII secolo in poi, si andò sviluppando sia all’interno della chiesa organizzata, sia in opposizione ad essa. Questa corrente si proponeva di riformare la chiesa sia al vertice che alla base […] Hus si trova ad assumere una posizione centrale nel quadro di quella che qui chiamiamo Prima Riforma, perché questa, abbandonando il proprio primitivismo originario, accettò da Hus una teologia ormai giunta a maturazione, grazie alla quale i principi rivoluzionari di Wyclif poterono affermarsi e svilupparsi in Boemia sul piano sociale>>.

1 commenti:

Tenebrae ha detto...
26 settembre 2010 alle ore 19:39

ciao sfinge, salutino veloce per ringraziarti di aver linkato il mio blog e per dirti che ho ricambiato :)