Il Burkina Faso approva una legge anticorruzione

sabato 7 marzo 2015

Leggo dal sito internazionale.it
http://www.internazionale.it/notizie/2015/03/06/il-burkina-faso-approva-una-legge-anticorruzione

Il Burkina Faso approva una legge anticorruzione 

I deputati del consiglio di transizione del Burkina Faso hanno approvato un’importante legge anticorruzione, con 82 voti a favore e un solo astenuto. “La legge è esemplare”, ha dichiarato il deputato Wilfried Zoundi, “non comprende solo la corruzione ma anche l’abuso d’ufficio e le irregolarità nei finanziamenti della campagna elettorale”. I colpevoli potranno essere condannati fino a 20 anni di carcere. La norma sanziona anche i “falsi controlli”, un metodo usato dalle forze di polizia e dai militari per fermare i cittadini accusandoli di aver infranto la legge per estorcere dei soldi in cambio del silenzio sul presunto reato. Afp

Qui in Italia invece ci si sta sbracciando per eliminare l'abuso d'ufficio dalla Legge Severino... a tutto uso del sindaco di Salerno De Luca e ora candidato PD alla regione Campania...
Ah! il Burkina Faso....

La Lega cerca di rifarsi una verginità

venerdì 16 dicembre 2011

La Lega Nord, dopo aver governato per ben 8 anni negli ultimi 10, e quindi aver votato, appoggiato, difeso, proposto e

banchettato nel Parlamento di "Roma ladrona" le peggio porcate (molto spesso incostituzionali) del governo 'ad personam' di Silvio Berlusconi, ora pare scendere e riapparire dal pianeta Marte ricordandosi del popolo, dei cittadini e delle loro reali necessità. Del paese reale. Le continue bagarre di questi giorni in Parlamento, spettacoli indecorosi per un Paese civile, tradiscono da parte della Lega un ciclopico senso di colpa e l'urgente necessità di rifarsi una verginità di fronte al suo elettorato, la sua cosiddetta base, la quale ormai era fuori controllo in quanto accortasi di quanto impastata la Lega fosse (ed ancora é) con la casta della politica. E. Così ecco riapparire, come discesa da Marte, la Lega che ce l'ha duro eccetera eccetera.... Ma il disastro economico, finanziario, sociale, produttivo ecc. In cui la Lega di governo ha gettato L'italia é ormai sotto gli occhi di tutti. E siamo certi che l'elettorato leghista non se ne dimenticherà.

Non se ne può più!!

giovedì 8 dicembre 2011


Book Corner

lunedì 5 dicembre 2011

Gian Franco Svidercoschi Mal di Chiesa

Gian Franco Svidercoschi

«Mal di Chiesa. Dubbi e speranze di un cristiano in crisi»

Banda Larga Editore – Collana The Cooper Files

ISBN 978-88-7394-210-8  Ottobre 2011

Pagine 168, 11,00 €

Libro MOLTO interessante, che vi consiglio.

Ultima e, immaginiamo sofferta, fatica di Gian Franco Svidercoschi, illustre intellettuale,  giornalista e vaticanista italiano di origini polacche. Già inviato dell’ANSA ai lavori del Concilio Vaticano II, poi Vicedirettore dell’Osservatore Romano e autore di lavori sulla vita e il pontificato di Giovanni Paolo II del quale è stato in un certo senso stretto collaboratore in ordine alla pubblicazione di libri e articoli che lo riguardavano e che lo hanno presentato attraverso la lente privilegiata di chi lo frequentava e ne raccoglieva, in qualche caso, i pensieri.

E’ un libro che si legge d’un fiato, sollecitando curiosità e stimolando la nostra personale riflessione sui temi dell’attualità della Chiesa Cattolica, la spiritualità in crisi, le Istituzioni Vaticane, la Casta clericale, gli scandali e le spinose polemiche e questioni che accompagnano e hanno accompagnato il pontificato di Benedetto XVI sin dalle prime ore del suo insediamento al soglio pontificio.

E’ un libro intelligente, coraggioso e, per certi versi anche ingenuo nel senso più candido del termine.

Anche la presentazione editoriale è degna di nota, in quanto oltre al vero e proprio saggio oggetto del titolo il libretto contiene una postfazione di Adriano Sofri “La distanza fra verità e carità. La Chiesa vista da un non credente” che fa da contraltare alla visione di parte, benché sofferta, onesta e che non risparmia nessuna critica, del cattolico credente Svidercoschi.

Al termine del saggio un Post Scriptum dello stesso Svidercoschi nel quale racconta brevemente le vicissitudini e le difficoltà incontrate per la pubblicazione di questo pamphlet, rifiutato da almeno una decina di editori prima di essere accettato e pubblicato da Banda Larga Editore, al quale occorre rendere merito e apprezzamento.

Mi piace consigliare la lettura di questo libro (scritto davvero egregiamente) perché, per quanto interessanti e di non minore valore, siamo abituati ad imbatterci e leggere una moltitudine di testi pubblicati da laici, atei, giornalisti o studiosi che esprimono e presentano le loro perplessità e le loro critiche a Benedetto XVI ed alla contemporanea Chiesa Cattolica da un’ottica seria e documentata (ma in qualche caso pregiudizievole e con la bava alla bocca) ma esterna all’ambiente che descrivono, giudicano e su cui riflettono.

Ecco, Svidercoschi ci presenta in questo libro delle riflessioni, spesso affettuose ma ancor più spesso inclementi, scaturite dal cuore e dall’intelligenza di un cattolico credente che ha speso una vita, personale e professionale, nell’ambiente e tra gli uomini di cui parla.

Chi è interessato alla materia non può prescindere da questo testo che, in certo qual modo “chiude il cerchio” a complemento del molto già pubblicato da altri.

Svidercoschi Riporto dall’Introduzione di Svidercoschi:

<<Chiesa dove vai?

Questo libro è nato da un malessere interiore. Anzi, dovrei dire, è nato da uno stato d’animo in subbuglio. Tante sensazioni insieme – incredulità, sconcerto, sdegno, pena, una grande pena, e perfino rabbia, una fortissima rabbia – nel vedere ciò che da qualche tempo sta accadendo nella Chiesa cattolica.

E, più ancora, nel non riuscire spesso a comprenderne le cause, i motivi reali, né a intravedere il futuro a cui tutto questo porterà>>.

Riporto tutto il Post Scriptum, che è un sostanziale corollario del saggio di Svidercoschi:

<<Alla fine, non posso non fare un breve accenno alle vicissitudini che questo mio libro ha attraversato – quasi una decina di rifiuti – prima di trovare un editore che ne capisse il senso, le finalità, e decidesse di pubblicarlo. E, per questo, devo doppiamente ringraziare la Cooper e il suo direttore editoriale, Emanuele Bevilacqua.

Intendiamoci. Un editore è pienamente libero di accettare o no un progetto di libro che gli viene sottoposto.

E poi, il pamphlet, oltretutto senza gossip e senza scandalismi, è un genere che trova difficilmente posto in quella catena di montaggio che oggi è diventata la fabbrica letteraria.

Ma alcune motivazioni, chiaramente ideologiche, e alcuni singolari ritardi nelle risposte, ebbene, mi hanno fatto pensare che in qualcuno fosse insorta una certa preoccupazione a pubblicare un libro come questo, impostato su una critica – dall’interno – della situazione attuale della Chiesa cattolica.

E, nel suo piccolo, anche questo è un segno del diffuso conformismo che c’è in giro, sia nell’adulazione che nella polemica corrosiva verso il Papa, il Vaticano, i preti e la religione in generale. Un conformismo estremamente pericoloso perché, da una parte come dall’altra, rischia di innalzare una cortina fumogena attorno alla Chiesa, rendendola ancora più lontana dalla gente e, peggio, da quell’immagine di Dio che dovrebbe invece riflettere nel suo volto>>

In ultimo vorrei segnalare come da ogni parte, ma soprattutto dall’interno delle istituzioni vaticane e dal suo ossequioso entourage, questo libro e il suo autore siano stati oggetto di attacchi e violente critiche, che in alcuni casi (specie in rete, nei forum a cura dell’esercito del Papa, e con la bava alla bocca) si sono prodotti in veri e propri insulti. Basta fare un breve surf in rete per rendersene conto.

Ebbene, se mai ne avessimo vieppiù bisogno, anche a motivo di questi attacchi troviamo una e mille più ragioni per leggere questo interessantissimo ed intelligentissimo libro.

Buona lettura.

Il suicidio di Lucio Magri

sabato 3 dicembre 2011

20111129_lucio-magri Negli ultimi giorni siamo stati stomacati dai fiumi d’articoli e tonnellate di parole che blateravano sul suicidio di Lucio Magri.

Alcuni, in sostanza, affermavano che questo signor Lucio Magri machisicredediessere avrebbe dovuto prima del gesto chiedere il consenso, anzi il permesso, ad una pletora di morti viventi i quali non riuscendo a gestire la propria vita tentano di condizionare quella degli altri.

Altri, esaltati e con la bava alla bocca, che si, si deve fare perchè la vita, in fondo, fa schifo. Immagino parlino per esperienza.

Io non dirò molto. Ma se Lucio Magri in quel momento ha pensato che quella era una soluzione accettabile rispetto alle angosce che lo dilaniavano, ha fatto bene. E’ stata una sua scelta. E voi che ne volete sapere?

Ma che bel castello macondirondirondello...

Questo signore non è Sir Horrible, si chiama Franco Nicoli Cristiani ed è il vicepresidente del Consiglio regionale della Lombardia.
Sembra che recentemente sia stato arrestato all'alba smuovendolo dal letto di casa per portarlo in un luogo di custodia cautelare. Giusto il tempo di togliersi il pigiama e infilarsi qualcosa per uscire da casa.
Durante queste brevi operazioni, semplici e ordinarie, come lavarsi i denti o sprofondare in un agghiacciante silenzio durante il quale maciniamo ipotesi e soluzioni che però non trovano appiglio, toh... in cosa inciampano questi pasticcioni di Agenti di Polizia e Carabinieri? ma guarda... sono 100mila euro, in contanti. Tanto depressi da quanti erano questi poveri euri tutti assieme, in banconote da 500 euro. Una confusione di euri che, al momento, nemmeno loro stessi sanno da dove vengono. Infatti parlavano tutti lingue diverse. Vita da euro, in banconote da 500.
Ecco. E' qui che mi viene da sollecitare la vostra immaginazione. Avete mai visto così tante banconote da 500 euro, così, di vista, di passaggio, anche in un film?
E, teneteviforte... quanti di voi, ora, possiedono una banconota da 500 euro, nel portafoglio, a casa, in un cassetto, in ufficio... ovunque. Anche una sola! l'avete?

Ecco, facciamo come con la raccolta delle figurine dei calciatori. Un intero squadrone di bambini ha l'album semivuoto, e questi bambini esercitano la loro raccolta secondo le regole trasparenti del mercato di figurine tra bambini.
Il Consigliere Franco Nicoli Cristiani, a quanto si legge sui giornali, invece, nasconde e conserva tutte le figurine dei calciatori presenti in tutta la scuola. E le ha tutte lui!
Cosa facciamo?

Capezzone e Gasparri forever

giovedì 1 dicembre 2011

Non posso non postare questo splendido e brillante pezzo satirico di Michele Serra che ho ritrovato nei miei appunti del 2009

Capezzone Per il 2009 è allo studio un piano di potenziamento che renderà la presenza di Capezzone e Gasparri in tutti i telegiornali più costante ed efficace.

L'apparizione quotidiana, in tutti i telegiornali, di Capezzone e Gasparri viene ritenuta insufficiente dagli esperti di comunicazione del governo. Per il 2009 è allo studio un piano di potenziamento che renderà la presenza di Capezzone e Gasparri più costante ed efficace, e le loro dichiarazioni più facili da mandare a memoria.

Dichiarazioni. La dichiarazione classica da tigì, venti secondi con telecamera fissa, e tendaggio di velluto rosso pieno di acari sullo sfondo, verrà riformata.

gasparriGrazie ai trucchi del kromakey, Capezzone e Gasparri spiccheranno a figura intera su suggestivi paesaggi naturali, come le Montagne Rocciose o le sorgenti del Nilo. Il sonoro, troppo piatto rispetto all'ambientazione sontuosa, sarà arricchito da un sottofondo musicale dal vivo, e i due portavoce saranno doppiati da famosi attori. Nella dichiarazione di prova (sulla riforma del bollo automobilistico) Capezzone era doppiato da Franco Nero e appariva sulla vetta del Kilimangiaro, mentre l'orchestra della Rai di Torino eseguiva le prime battute dei 'Carmina Burana'.

Dibattiti. Capezzone e Gasparri non riescono a partecipare contemporaneamente a tutti i talk-show. Per non lasciare ai telespettatori la sgradevole impressione di un vuoto politico, nei principali studi televisivi saranno presenti due statue di cera che rappresentano Capezzone e Gasparri nell'atto di interloquire vivacemente. Qualora i veri Capezzone e Gasparri intervengano in talk-show dove sono già presenti in effigie, potranno sedersi accanto alle proprie icone e discutere animatamente con loro, rendendosi ancora più graditi al pubblico.

Radio. I giornali radio già replicano le dichiarazioni rese per la tivù: ma non rendono l'idea dell'impegno politico profuso, con tutta la loro persona, da Capezzone e Gasparri. Le dichiarazioni radiofoniche saranno dunque precedute dall'accurata descrizione, fatta da uno speaker, dell'abbigliamento e della postura di Capezzone e Gasparri, con breve descrizione dei dintorni e delle condizioni atmosferiche.

Altri media. In teatro la presenza di Capezzone e Gasparri è molto incostante: si sa solo dell'interruzione di un 'Macbeth' da parte di Capezzone per rilasciare una dichiarazione sulla Tav. Per ovviare alla scarsa presenza in palcoscenico di Capezzone e Gasparri, si punta sul coinvolgimento del mondo del teatro: alcune compagnie stabili, in costume di scena, attornieranno festosamente Capezzone e Gasparri durante i loro interventi al tigì. Molto suggestiva, assicura chi l'ha già vista, una dichiarazione di Gasparri sugli ottimi risultati della social-card, circondato dal cast di 'Hair'.

Nei circhi, le dichiarazioni di Capezzone e Gasparri saranno lette con un megafono da una bella ragazza in equilibrio su un cavallo al galoppo. Ulteriori media. Nelle bilance pesa-persone, il biglietto con peso e altezza riporterà sempre, sul retro, un pensierino di Capezzone e Gasparri. Dai tostapane, insieme al pane tostato salteranno fuori simpatiche figurine di Capezzone e Gasparri con didascalia filogovernativa. Pupazzetti di Capezzone e Gasparri che rilasciano una dichiarazione se premuti sulla pancia sono disponibili nei migliori.

Echissenefrega????

mercoledì 30 novembre 2011


LA “PRIMA RIFORMA” – Jan Hus (1371-1415) e il Movimento Boemo

mercoledì 11 agosto 2010

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Leggi qui tutti gli articoli sulla Storia della Riforma Protestante

 

Chi conosce Carlo Papini, già Direttore della casa editrice Claudiana e storico attento, apprezzerà come anche nella sua straordinaria introduzione al bellissimo libro di Amedeo Molnar “Jan Hus, Testimone della Verità” (1973-2004), sia presente la sua opera di “biologo molecolare della ricostruzione storico-bibliografica” (la definizione è di chi scrive). Per quanto la bibliografia internazionale su Hus e l’Hussitismo sia ormai ampia, sembra tuttavia che il filo rosso sia costituito dal fondamentale lavoro di Molnar, che rende giustizia con originalità e scientificità storica all’importanza di Jan Hus nel contesto della Storia della Riforma. Molnar assegna a Hus il rilevante ruolo che gli spetta e definisce i criteri secondo i quali, nella giusta prospettiva, per il pensiero e l’azione di Hus, e del movimento boemo, si può parlare di “Prima Riforma”.

Mi si consenta, almeno per questo articolo, di utilizzare esclusivamente citazioni, che faccio mie, dal testo di Molnar: <<Di solito sia Hus che la rivoluzione Hussita e le sue conseguenze […] sono ricondotti sotto il titolo di “Preriforma”. Questo errore di prospettiva trae origine dalla metodologia dei vari studi storici, che a sua volta influenza le varie definizioni proposte di Riforma. E’ comprensibile che lo storico rivolga la sua attenzione più all’originalità del pensiero che alla funzione sociale della personalità ch’egli esamina […] Con questi criteri [però] Hus fu oggetto per lungo tempo di studi comparativi di carattere filosofi-teologico in cui la sua originalità scompariva accanto al pensiero di Wyclif […] Per questo motivo Hus fu sempre relegato in secondo piano rispetto ai riformatori cinquecenteschi […] La tesi che considera invece la rivoluzione hussita come un vertice della fase iniziale della gestazione da cui nacque il capitalismo e che vede il culmine della seconda fase della Riforma e nelle guerre dei contadini del XVI secolo, stabilisce fra la dottrina hussita e la Riforma classica […] una analogia logica resa possibile dallo sviluppo della situazione politico sociale. Il pensiero del movimento hussita appare così una prima fase della Riforma, indipendentemente dal fatto che i teologi della seconda fase ne fossero o meno consapevoli. […] Non è necessario pensare che Hus debba avere inventato l’idea di Riforma perché di fatto essa esisteva già nel pensiero di molti fin dal tempo [della crisi della chiesa derivante dal Grande Scisma ndr]. […] Per Prima Riforma intendiamo quell’ampia corrente di tentativi innovatori che dal XII secolo in poi, si andò sviluppando sia all’interno della chiesa organizzata, sia in opposizione ad essa. Questa corrente si proponeva di riformare la chiesa sia al vertice che alla base […] Hus si trova ad assumere una posizione centrale nel quadro di quella che qui chiamiamo Prima Riforma, perché questa, abbandonando il proprio primitivismo originario, accettò da Hus una teologia ormai giunta a maturazione, grazie alla quale i principi rivoluzionari di Wyclif poterono affermarsi e svilupparsi in Boemia sul piano sociale>>.

Sacchetti di plastica per la spesa addio??

martedì 10 agosto 2010

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In Italia l’eliminazione dei sacchetti di plastica per la spesa la “minacciano” da diversi anni ormai.
L’ultima scade tra pochi mesi, poi, dicono, non si potranno usare più.
Il tutto a spese del contribuente, che dovrà pagare di più per i sacchetti ecocompatibili.
Il che sarebbe anche accettabile.
Se non fosse che poi, però, la gestione dei rifiuti e delle discariche è in mano alle mafie, alle “cricche” ed agli imprenditori-speculatori che s’improvvisano su quel mercato multimiliardario senza nessuna competenza, e quindi senza efficienza e buoni risultati.
Così nasce una bella spesa in più per il contribuente, senza che l’ambiente ne abbia alcun giovamento e, dato che la corruzione intacca direttamente le nostre tasche, oltre al danno anche la beffa.
Pare che alle nostre frontiere ci sia scritto: “Benvenuti in Italia”.
Ma anche “Arrivederci”. Forse.

Lettera al Presidente Fini

lunedì 9 agosto 2010

image Egregio Presidente Fini,
in questo momento (piuttosto lungo, per la verità) molto delicato e preoccupante per le condizioni economiche e sociali, e dello stato della democrazia, in cui versa il nostro irrequieto Paese, mi sento, per la prima volta in vita mia, di rivolgermi direttamente a Lei in qualità di Presidente della Camera e referente di spicco della classe dirigente italiana.
Io, per cultura e formazione, mi sento di appartenere politicamente all'area socialdemocratica e non Le nascondo che negli ultimi 18 anni ho vissuto con grande sofferenza le scelte del Governo di Centrodestra (come del resto quelle di una sinistra poco o per nulla rappresentativa dei propri elettori).
Tuttavia desidero esprimerLe la mia stima, e la mia fiducia, maturate dall'osservazione del Suo percorso politico e della Sua guida istituzionale, di grande rilievo e rispettose delle Istituzioni democratiche, dello Stato di Diritto e che non suscitano imbarazzi nè per lo Stato sociale nè alle libere coscienze.
La questione della casa a Montecarlo, per quanto richieda un chiarimento che la liberi dagli imbarazzi, è, a mio parere, un fatto privato di una Associazione privata (An). Questione che La coinvolge, certo, ma che è evidentemente strumentalizzata e sovradimensionata, oltre che distorta, per meschini scopi politici.
Stia sereno, dunque.
Il Paese saprà restituirLe attraverso la propria fiducia e la propria stima tutto il rispetto che Lei ha sempre avuto per il Paese stesso e le sue istituzioni democratiche e civili.
Cordialmente,

La Ministra Gelmini propone Laurea Honoris Causa per Umberto Bossi

domenica 8 agosto 2010

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Sui quotidiani leggiamo che la Ministra Gelmini ha proposto al Senato Accademico di Varese il conferimento di una laurea Honoris Causa in Scienze della Comunicazione a Umberto Bossi. Qualunque altra laurea sarebbe stata impossibile (già!); d’altra parte il titolo di dottore/ssa in scienza della comunicazione, in questo paese dove vige la videocrazia, potrebbe essere proposta per qualunque giullare o mignotta che appare in televisione.

La Ministra ha subito giustificato ai media la sua brillante, ed urgente, proposta con questa affermazione di alto spessore culturale: “Voglio proprio vedere chi avrà il coraggio di mettere in dubbio il buon diritto di Umberto Bossi che è parte della storia di questo paese, a ricevere una laurea honoris causa”

Sui quotidiani, su cui scrivono peraltro grandiosi genii da meritare la stessa laurea e per le stesse motivazioni, già si accapigliano nel ricordare come Umberto Bossi in passato abbia più volte in società, con gli amici e in famiglia, millantato di possedere una laurea in medicina e fingendo di recarsi in ospedale, con tanto di valigetta medica regalatagli dalla prima moglie, per esercitare la pratica. Come sempre questi grandiosi genii c’entrano il problema!

Ma a parte questo, su La Repubblica Francesco Merlo risponde così alla velleitaria ministra: “il ministro Gelmini mette le mani avanti. Prima ancora di spiegare si difende: caso classico di excusatio non petita, questa dichiarazione è un evidente segno di cattiva coscienza”.

E Leoluca orlando rincara la dose: “Dal ministro Gelmini che ha fatto a pezzi la scuola e l’università, tagliando fondi e risorse, arriva l’ennesimo insulto alla cultura e al Paese”.

Da parte nostra possiamo concludere che la questione della millantata laurea in medicina è del tutto avulsa da quella nuova, e dato il pulpito per nulla sorprendente, della proposta di laurea honoris causa in Scienze della Comunicazione a Umberto Bossi.
Il degrado morale e criminale della classe dirigente italiana ora fa il paio con il conclamato disprezzo per la cultura, di cui sono forieri.
Direi che tutto è coerente. Ed anche, ma sia pure solo per questo, il popolo italiano dovrebbe finalmente svegliarsi da un torpore di secoli e che negli ultimi anni ha raggiunto livelli comici, farseschi, se non fossero terribilmente drammatici.

E CHISSENEFREGAAAAA????????

sabato 7 agosto 2010

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Sembra che, udite udite, questa ragazzina, Lady GaGa, famosa per la sua inconsistenza, abbia fatto un tuffo dal palco addosso a una massa di deficienti, al festival Loolapalooza a Chicago.

La notizia, è riportata persino dal Corriere della Sera, che evidentemente non ha un cazzo di meglio da pubblicare.

No, dico, E CHISSENEFREGA(GA)????

Piove e il gatto è fuori :-(

giovedì 5 agosto 2010

image Oggi piove. A dirotto, si dice.

E’ la prima vera giornata autunnale di quest’anno.

Tutto è grigio, umido, quasi triste. Uggioso, si dice.

Anche se uggioso non è il termine giusto, poichè la pioggia vien giù a catinelle, si dice.

La mia gattina, Agata, è fuori per la pipì del mattino già dalle 6, e non è ancora tornata. Si starà certamente riparando in qualche anfratto, sotto qualche automobile, o nell’androne di qualche scala, o chissà.

Sono in attesa del suo ritorno, e la giornata sarà meravigliosa.

Come il National Geographic :-))

martedì 3 agosto 2010

Tunisia - vecchia e bambina Avete presente quella famosissima foto di copertina del National Geographic del giugno 1985? Si, quella con la ragazza Afghana dagli occhi verde smeraldo e la pupilla a spillo…

Beh, questa foto non sarà così famosa, anzi non lo è affatto. Ed è la prima volta che viene pubblicata, perchè l’ho scattata io ed ho ovviamente l’esclusiva :-)

L’ho fatta in Tunisia, in un piccolissimo villaggio del Sahel nel settembre 2009.

A me sembra molto suggestiva.